#LILIPSY by Fabrizio Di Girolamo
La Serenità all'epoca del Coronavirus
Gli effetti della pandemia e della quarantena sulla nostra psiche e le soluzioni per favorire il benessere psicologico.
Il Coronavirus ha messo a dura prova la nostra psiche. Noia, paura, frustrazione, stress, ansia: sono solo alcune delle emozioni e degli stati d’animo negativi che possono caratterizzare le nostre giornate di clausura.
Ma, in questo momento storico, è possibile ritrovare la serenità? La calma, la pace con se stessi, durante questi mesi così difficili, sono davvero dei miraggi al netto di tutte le difficoltà?
Rispondere a questa domanda rappresenta una sfida che, non a caso, ha interessato tutte le maggiori Università mondiali, che hanno iniziato a studiare questo fenomeno globale al fine di delineare una metodologia di intervento mirata a favorire il benessere psicologico della popolazione.
Perché questo virus non si combatte soltanto negli ospedali e con i respiratori. Gli effetti della pandemia si ripercuotono anche al di fuori delle sale della terapia intensiva: tracollo economico globale, crisi finanziarie, cambiamenti spesso drastici delle abitudini di vita, reclusioni e solitudine. Insomma, il Covid-19 ha stravolto il nostro sistema sociale. Proprio da questi presupposti nasce l’esigenza di prestare attenzione anche le conseguenze del coronavirus sulla salute psicologica.
Sembra banale, ma non lo è: non sono solo il virus, la paura di infettarsi o la crisi economica gli unici fattori che causano preoccupazione.
La limitazione della libertà individuale, dei diritti del cittadino, la diminuzione della socializzazione e della comunicazione interpersonale, la mancanza di contatto sociale, la riduzione del nostro spazio di vita: tutti questi fattori incidono in egual modo nell’instaurarsi di una forma di sofferenza verso l’attuale situazione.
LE RICERCHE
Studiare questa pandemia dal punto di vista psicologico rappresenta un unicum nella storia dell’uomo, dato che le precedenti pandemie che si sono susseguite nel tempo avevano delle caratteristiche molto diverse da quella attuale (ne parlo brevemente qui).
Studiare questo fenomeno è inoltre l’unico modo che abbiamo per adottare delle strategie di intervento psicologico specifiche, volte ad agire proprio sulle paure eccessive, illogiche e disfunzionali che possono soppiantare, invece, le paure e le insicurezze legittime che fanno parte di ognuno di noi. I primi a svolgere questi studi sono stati proprio i cinesi: uno studio sulla popolazione condotto da Wang e collaboratori (2020) dell’Istituto di Neuroscienze Cognitive, Huaibei Normal University, ha evidenziato (tramite un questionario che valutava anche la salute fisica) che più della metà del campione ha subito degli effetti psicologici causati dalla pandemia (con un aumento dei punteggi nelle scale depressive e ansiose).
Lo stesso studio ha però mostrato un’evidenza importantissima: aggiornarsi in modo adeguato sul coronavirus, adottare le misure precauzionali in modo funzionale (senza cedere all’esagerazione) sono risultati come fattori protettivi della salute mentale e favoriscono il benessere. Alle varie università internazionali si sono aggiunte numerosissime università italiane (come la Sapienza di Roma, l’Università Cattolica di Milano, ecc.) che hanno ideato dei questionari nella forma del survey online con lo scopo di verificare quali siano i rischi per il benessere psicologico degli italiani durante la quarantena (potete partecipare ai questionari se lo volete, cliccando i link). Sulla stessa scia, l‘Università degli Studi di Padova ha ideato il progetto #unipdsport, con la collaborazione della facoltà di scienze motorie, per sensibilizzare sull’importanza dell’esercizio fisico durante la quarantena e sui rischi della sedentarietà. L’Università di Padova propone anche Muovitid-19, un’iniziativa di ricerca che indaga gli effetti delle modifiche dello stile di vita imposto dall’emergenza sanitaria, in relazione sia all’esercizio fisico che al benessere psicologico.
LE CONSEGUENZE
Ma quali sono, nello specifico, le conseguenze che questo coronavirus comporta a livello psicologico? E quali potrebbero essere le soluzioni più immediate?
Beh, è una domanda molto complessa. Per prima cosa, dovremmo suddividere la popolazione in oggetto in almeno 4 categorie ben distinte:
Adulti sani;
Adulti con patologie;
Anziani;
Bambini/adolescenti.
Per quanto riguarda la prima categoria, rimando di nuovo a questo articolo, mentre per la seconda, mi concentrerò unicamente sulle psicopatologie ansiogene.
1) CONSEGUENZE PER BAMBINI E ADOLESCENTI (e possibili soluzioni)
Tra le fasce di popolazione che più risentono gli effetti della quarantena e del distanziamento sociale. L’impossibilità di andare a scuola, di vedere gli amici, di giocare, di coltivare degli hobby al di fuori delle mura di casa, possono minare la felicità dei nostri figli.
I bambini possono rispondere a una situazione difficile in diversi modi: aumentando la dipendenza dagli adulti di riferimento, manifestando ansia, rabbia o agitazione, ritirandosi, presentando incubi, enuresi notturna, frequenti cambiamenti di umore, ecc.
Ma, se guardiamo più profondamente, notiamo che i nostri figli hanno anche i mezzi migliori per combattere la solitudine e l’isolamento: internet! I social, gli eventi online, le video-lezioni, sono pane per i denti di bambini e ragazzi nati nel nuovo millennio all’insegna della tecnologia e della connessione.
Tuttavia, sono molti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che non hanno accesso ai dispositivi digitali o a una connessione sufficiente a garantire il mantenimento delle interazioni con i coetanei e la continuazione degli apprendimenti. Si tratta di un problema sociale che accentua le disuguaglianze durante i periodi di crisi e nelle fasi successive, e si spera che il governo attuale e quelli che seguiranno sapranno come risolvere questa situazione.
Dev’essere l’adulto a saper gestire le preoccupazioni e il tempo trascorso in quarantena dei figli. Da un lato trasmettendo sicurezza e protezione dall’allarmismo e dall’irrazionalità, mostrando sempre il lato positivo delle cose; dall’altro sensibilizzando sull’importanza del seguire le regole e rispettare le norme, proponendo in supporto delle attività piacevoli da fare insieme (pratica utile anche al fine di evitare la dipendenza dai dispositivi elettronici). Infatti, i bambini dovrebbero continuare a mantenere il più possibile le abitudini e gli orari regolari oppure devono essere guidati a nuove routine quotidiane che comprendano attività scolastiche, gioco, relax, attività sociali in maniera funzionale ed educativa.
2) CONSEGUENZE PER ADULTI CON PSICOPATOLOGIE (e possibili soluzioni)
Il primo pensiero in questi casi va a tutte le persone che soffrono di Disturbo Ossessivo Compulsivo, in particolare di tutti coloro (in gergo tecnico Washer/Cleaner) che mostrano pensieri intrusivi riguardanti la contaminazione e/o “lo sporco”, attuando come misura “compensativa” rituali di pulizia esagerata o addirittura dannosa.
La prima cosa da fare è analizzare logicamente gli eventi, de-fondersi dalle paure e dal terrore immotivato, strutturando ed elaborando la situazione attuale.
In questa fase, l’International OCD Foundation raccomanda fondamentalmente due cose:
evitare la tentazione di sapere “tutto” sul nuovo coronavirus. Non trascurare le linee guida di fonti sanitarie affidabili, affidarsi ad uno specialista che sappia prendere in carico e gestire i pensieri intrusivi. Non lasciare che il distanziamento fisico impoverisca le reti di supporto (ad esempio adoperarsi per le sedute online);
stabilire un limite di tempo di 5 minuti al giorno per la lettura di notizie, traendo gli aggiornamenti da fonti attendibili. Concentrarsi sui fatti piuttosto che sulle emozioni provate. Fare delle pause, concedendosi attività piacevoli. Mantenere il più possibile le abitudini quotidiane. Se è in corso un trattamento, affrontare con il proprio terapeuta le preoccupazioni legate alla pandemia
Un’altra fascia di persone che risente molto degli effetti del Covid-19 è quella che soffre di disturbi d’ansia. L’ Anxiety UK ha definito la variabile fondamentale che comporta maggiore ansia in questo periodo storico: l’incertezza. In questi casi, la situazione può sembrare estremamente scoraggiante e preoccupante e, con l’ampia copertura mediatica, è comprensibile che alcune persone possano sentirsi sopraffatte e fare previsioni catastrofiche, immaginando gli scenari peggiori.
L’incertezza causa preoccupazione, che a sua volta può trasformarsi in vera paura.
Cosa fare quindi?
Per prima cosa: come sempre, affidarsi a fonti attendibili e certe, evitando le fake news e i titoli allarmistici, evitando di esporsi troppo alle notizie sulla pandemia, e focalizzandosi su ciò che ci circonda, portando i pensieri sul momento presente e fissando degli obiettivi da raggiungere (iniziare un libro, vedere 10 film in 10 giorni, fare ginnastica, coltivare un hobby ecc.).
Seconda cosa, affidarsi ad uno psicologo per imparare a distinguere le preoccupazioni funzionali (sacrosante in questo periodo) da quelle disfunzionali e dannose che caratterizzano gli individui ansiosi.
Il team di Psychology Tools ha creato una guida gratuita scaricabile qui, praticissima poiché offre tutta una serie di spunti di riflessione e di “esercizi mentali” utili non solo per chi soffre d’ansia ma per tutti coloro che stanno attraversando questo periodo difficile.
3) CONSEGUENZE PER ANZIANI (e possibili soluzioni)
Gli anziani, specialmente se in isolamento o con declino cognitivo/demenza, possono diventare ansiosi, arrabbiati, agitati, eccessivamente sospettosi durante la quarantena, e la solitudine forzata (unita spesso ad una cerchia di interessi e attività possibili estremamente ridotta) può portare a gravi forme di depressione. La demenza e i deficit cognitivi inoltre potrebbero portare ad una scarsa consapevolezza del rischio e quindi a comportamenti controproducenti.
Cosa fare?
In primis le famiglie dovrebbero fornire supporto, emotivo oltre che logistico (ad esempio chiamare spesso, anche più di una volta al giorno, facendo sentire la propria vicinanza).
Le istituzioni dovrebbero fornire supporto sanitario e professionale, fornendo informazioni chiare e semplici su come gestire l’emergenza e rendendo queste informazioni accessibili ed immediate.
Per le persone anziane in residenza assistenziale (ad es., case di cura), gli amministratori e il personale devono garantire che siano in atto misure di sicurezza per prevenire il contagio e l’insorgere di preoccupazioni eccessive o panico. Allo stesso modo, è necessario fornire sostegno al personale di assistenza che potrebbe trovarsi a rimanere per lunghi periodi con i residenti e a non poter stare con la propria famiglia.
Le persone anziane potrebbero avere un accesso limitato alle app di messaggistica e vi video-chat: nella stragrande maggioranza dei casi inoltre, gli anziani non hanno familiarità nell’uso di questi strumenti, che potrebbero invece rivelarsi fondamentali per debellare l’isolamento sociale e metterli in contatto (anche visivo) con parenti e/o amici. Sarebbe utile quindi, per quanto possibile, usufruire di questi mezzi per diminuire la percezione di solitudine da parte degli anziani in quarantena.
Le persone anziane potrebbero non sapere come utilizzare i servizi online per la spesa quotidiana, la consulenza o l’assistenza. Occorre fornire informazioni dettagliate e aiuto pratico, se necessario. Distribuire beni e servizi come materiali di prevenzione (ad es. mascherine, disinfettanti) e alimenti può ridurre l’ansia nella vita di tutti i giorni.
Inoltre, ultimo (ma non meno importante) fattore da considerare è quello dell’attività fisica e del movimento, fondamentale per gli anziani: prescrivere dei semplici esercizi fisici da eseguire a casa/in quarantena favorisce il mantenimento della mobilità e un miglior tono dell’umore.
CONCLUSIONI
Noi psicologi, come tutti i professionisti sanitari (ma potremmo estendere la cosa a tutta l’umanità) stiamo affrontando un evento storico completamente nuovo; navighiamo quindi in acque sconosciute, dove tutto dev’essere scoperto e niente può essere dato per scontato.
La routine della quarantena, le ansie e le preoccupazioni, la noia, la paura: tutte queste cose hanno delle ripercussioni su di noi e sulla nostra salute.
Sono ancora molte le cose da scoprire, lunga la strada da percorrere e tortuoso il nostro cammino; questo non significa che non abbiamo i mezzi per affrontare le difficoltà. Non significa che possiamo solo subire il corso degli eventi, ma possiamo agire per migliorare la nostra qualità di vita, affrontando questa difficile prova a testa alta, consapevoli che siamo tutti sulla stessa barca e che la felicità sarà sempre all’orizzonte.