
In che senso "logica del Narcisismo"?
Negli ultimi anni si sono moltiplicati, qui sul web, articoli e video che riguardano i narcisisti e le relazioni cosiddette “tossiche” con questi ultimi. Il perché di tale interesse è di facile comprensione: questi argomenti attirano gli internauti, che ritrovano spesso gli elementi esposti dagli autori nella loro personale relazione.
Il rischio però è che il tutto diventi un po’ come l’oroscopo: scrivere elementi molto ambigui e facilmente generalizzabili in modo che tutti possano rispecchiarsi. Purtroppo capita spesso, perché molte volte lo scopo degli autori è quello di acchiappare like, non di sensibilizzare sul tema.
Altro fenomeno che si viene a creare è quello della categorizzazione: noi vs. narcisisti. Una guerra senza esclusione di colpi. Il narcisista deve essere annientato, battuto nel suo stesso gioco, perché lui è il manipolatore, noi siamo le vittime.
Purtroppo, questa non è altro che una depersonalizzazione, estremamente rischiosa, che non fa rendere conto della complessità del quadro narcisistico e crea nei lettori lo stesso identico cinismo ed egoismo tipico dei cari narcisisti che tanto odiano.
Un’altra cosa che riscontro spesso è la mancata divisione che andrebbe fatta è tra Narcisismo come tratto della personalità di ognuno di noi (che può essere più o meno marcato), e il Disturbo Narcisistico di Personalità, un vero e proprio disturbo psicologico con conseguenze molto gravi. Spesso, in molti articoli e video, questa differenza non viene considerata.
In questa sede non verrà considerato l’ambito psicopatologico.
Un mondo diverso?
Nel mio piccolo, vorrei eliminare la divisione che la società ha creato tra “il narcisista” e “la vittima”. Se si scrive ad esempio “il narcisista fa.…” oppure “il narcisista è colui che…”, non si fa altro che creare ulteriore divisione, etichettando l’individuo, alla stregua di coloro che etichettano le persone in base alla loro provenienza geografia o al colore della pelle. Vorrei descrivere il “mondo del narcisista” (come dice qualcuno, facendolo sembrare mondo diverso dal nostro…ma vabé) in modo più “realista”, notando che non sono solo l’emotività, la manipolazione, l’irrazionalità relazionale che comandano. Tutto ciò che fa “chi ha comportamenti narcisistici” (questa, a mio avviso, è la definizione migliore) ha una logica, logica che applichiamo spesso tutti noi: La Logica del Narcisismo
Ragionamento nel Narcisismo
Intendiamoci: utilizzo la parola “logica” in senso lato, non nel senso etimologico attuale. Logica, (dal greco λόγος, logos, ovvero “parola”, “pensiero”, “idea”, “argomento”, “ragione”, da cui poi λογική, logiké, copiato da wikipedia? Sì) viene intesa in questa sede come quel processo di ragionamento interiore che porta il soggetto a compiere determinate azioni.
Per capire il narcisismo e le persone che adottano comportamenti narcisistici, è necessario conoscere la logica sottostante alle loro azioni. Badate bene che questo non significa giustificarli: è solo un modo per conoscere meglio, nient’altro.
Quindi qual è il ragionamento sottostante? Ebbene, tutto nasce da un desiderio. I comportamenti narcisistici nascono spesso dal desiderio di essere apprezzati, di essere amati, di essere considerati. Perché? Perché spesso molte persone si sentono vulnerabili, deboli; si sentono magari abbandonate, in balia del mondo, incapaci e di scarso valore. Ecco perché spesso di adottano i comportamenti narcisistici: sono l’unico “meccanismo di difesa” (prendo il termine in prestito dalla psicanalisi, a malincuore) per non cadere nella tristezza.
Spesso questi sentimenti e queste autovalutazioni sono irrazionali, ma è il punto di partenza. La logica del narcisismo sta nel modo in cui si reagisce a queste credenze, piuttosto che nel contenuto delle stesse.
Un primo esempio
Proviamo ora a fare un esempio per capire meglio la logica del narcisismo.
Una tipica cena con gli amici. La tavola è imbandita e gli ospiti sono seduti e aspettano le portate. Arrivi, e inizi a servire i primi piatti. Il partner, seduto a capotavola, è allergico agli arachidi. Quindi tu sei stato attento a non inserire arachidi nel suo piatto. Purtroppo però, il partner scorge un pezzo di arachide nel piatto che era sfuggito al tuo controllo. Non è la prima volta che capita, ma è tanto difficile per te riuscire a gestire così tante persone.
- Ragionamento possibile: “sicuramente sarà sfuggito, non è colpa di nessuno, basta toglierlo dal piatto” —> toglie l’arachide dal piatto e la cena continua.
- Ragionamento Narcisistico: “ecco, questo dimostra che non sono importante, non sono utile, non mi considera, non posso tollerarlo, deve capire quanto mi ha ferito, anzi devono capirlo tutti” —> non mangerà, farà notare l’errore agli ospiti, puntualizzando che accade spesso, cercando di metterti in imbarazzo per ferirti, in modo da restituire il maltorto. L’unico rimedio è scusarsi, ammettere di aver sbagliato, dimostrare che ci tieni attraverso il sacrificio.
Un secondo esempio
Immaginiamo ora un altro scenario per descrivere la logica del narcisismo.
Il partner è fuori, è sera e ancora non torna. Provi a mandare un messaggio, ma nessuna risposta. Provi a chiamare, niente. Aspetti. Rientra a casa alle 3 di notte, senza giustificarsi, senza spiegazioni, senza aver considerato i tuoi messaggi e le tue chiamate. Ne nasce un litigio: ti dice che si sente oppresso, che è colpa tua che lo opprimi, che se continui così ti lascerà, vuole soltanto i suoi spazi, che ti stai arrabbiando per una sciocchezza e stai facendo un dramma per nulla, che alla fine non ha fatto niente di male, sei tu a essere nel torto.
Logica Illogica
Nel primo esempio potete notare come da una premessa emotiva “irrazionale” (non mi considera, l’ha fatto perché non sono importante, ecc), si diramano azioni volte a “difendersi” da quest’attacco, in maniera logica, funzionale, cinica, robotica. Tu mi fai un torto? Io mi difendo. Il tutto ovviamente senza considerare tutti gli altri possibili fattori. Tu ti dimentichi di me e della mia allergia? Io te lo faccio pesare, così la prossima volta te lo ricordi, perché non mi ami davvero se non ricordi certe cose. Da un’azione ne nasce una reazione specifica che ha lo scopo (logico) di rimediare a un evento spiacevole.
Anche tu, se qualcuno ti mancasse di rispetto, ti difenderesti, no?
Nel secondo esempio si nota invece che l’egoismo e il cinismo nascono da una mancata considerazione dei bisogni dell’altro. Non considerandoli, emerge solamente l’inutilità del litigio: non avendo fatto nulla di male, si difende dagli attacchi, considerandoli oppressivi e ingiustificati. Anzi, se fosse stato per lui, questo litigio non ci sarebbe stato, quindi è colpa tua che hai voluto attaccarlo. I messaggi e le chiamate possono anche essere visti come un tentativo di controllo, di limite alla libertà: tu non hai il diritto di dire quello che non posso fare.
Anche tu reagiresti in questo modo se qualcuno minasse la tua libertà o ti attaccasse senza motivo, no?
Conclusioni
Per capire la logica del narcisismo bisogna entrare nella forma mentis del narcisismo: ogni comportamento narcisistico non ha lo scopo di attaccare l’altro senza motivo. Ogni comportamento ha uno scopo, una funzione specifica che segue i dettami di una logica precisa.
Nella maggior parte dei casi, tali comportamenti hanno lo scopo di “difendersi” da attacchi esterni e da tutto ciò che possa mettere a nudo errori, critiche, fragilità, considerate intollerabili. Si dovrebbe inoltre capire la storia di sviluppo di questi pattern di pensiero, ma questo avverrà prossimamente (forse). Molte terapie psicologiche mirano proprio a questo (come la TMI).
Capire il perché di questi comportamenti, capirne la “logica” sottostante, può aiutare senz’altro a gestirli, a dare una spiegazione, a capire perché tutto ciò è avvenuto. Ma, come detto prima, pur applicando la logica narcisistica e interpretando le azioni tramite questa, non è detto che si possano accettare tali comportamenti. Anzi, è sconsigliato farlo, poiché questo genera dei cicli interpersonali che si auto-alimentano. Ma osservare il mondo da quella prospettiva, aiuta anche ad alleviare le proprie pene nella relazione.
Si ha la consapevolezza che non attaccano perché vogliono farci del male, ma perché è l’unico modo che conoscono per gestire la loro sofferenza.