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Non dormire può essere curativo? La risposta è Sì!

woman sleeping

#LILIPSY by Fabrizio Di Girolamo

Non dormire può essere curativo? La risposta è Sì!

La deprivazione del sonno come trattamento d'emergenza nella depressione.

Siamo portati a credere che la mancanza di sonno sia associata unicamente a conseguenze negative. Questo è vero: l’insonnia e i disturbi del sonno sono associati infatti a numerose problematiche cognitive, emotive, comportamentali e fisiologiche da cui e meglio stare alla larga.

Esistono però delle particolari terapie, dette Terapie Cronobiologiche che sfruttano proprio la deprivazione del sonno per curare i disturbi dell’umore, in particolare la depressione e i disturbi bipolari.

Com’è possibile che un evento fisiologico stressante e “poco naturale” come la deprivazione del sonno possa aiutare nella cura dei disturbi dell’umore? Sembra assurdo, ma in realtà sono numerosissime le evidenze empiriche che dimostrano l’efficacia della deprivazione del sonno nell’alleviare i sintomi depressivi in pazienti farmacoresistenti o cronicizzati.

Il meccanismo d’efficacia di queste terapie dev’essere ricercato a livello neurobiologico e ormonale: non dormire stimola i sistemi della serotonina, della norepinefrina e della dopamina, andandone a potenziare la neurotrasmissione. Oltre a ciò, influenza la tiroide, aumentando la produzione di ormoni tiroidei. Anche la perfusione sanguigna della corteccia viene alterata a causa dell’assenza di sonno, diminuendo i livelli di attività glutammatergica.

Tutti questi effetti sono terapeutici e agiscono direttamente sulle cause neuronali della depressione: gli stessi risultati che vengono ottenuti in pazienti sottoposti ad un singolo ciclo di deprivazione del sonno si sono osservati nei pazienti sottoposti ad un mese di paroxetina, che ha lo stesso effetti antidepressivo basato sulla riduzione dei livelli di glutammato.

Ma come funzionano le Terapie Cronobiologiche basate sulla deprivazione del sonno? Esistono fondamentalmente due modalità:

  1. Deprivazione Totale del sonno, che inizia dalla mattina del risveglio regolare e termina 36 ore dopo;

  2. Deprivazione Parziale del sonno, che inizia a metà della notte regolare e termina la sera del giorno successivo.

Il trattamento viene generalmente effettuato 3 volte a settimana, pianificando una struttura del sonno e utilizzando la light therapy per contrastare la sonnolenza diurna. Dopo il trattamento si ritorna al corretto ritmo circadiano sonno-veglia.

L’effetto antidepressivo è importante ma non si apprezza prima della ripresa del sonno regolare, diventando clinicamente evidente a partire dal giorno successivo. La deprivazione del sonno risulta efficace anche in casi di pensieri suicidi, portando ad una rapida diminuzione dei sintomi. Il trattamento risulta ancora più efficace se abbinato a cure farmacologiche, e allo stesso tempo è utilissimo proprio in casi di farmacoresistenza.

Ovviamente però, questa tipologia di intervento porta con sé numerosi effetti collaterali: rimanere svegli comporta uno stress non indifferente e può compromettere le abilità cognitive e comportamentali. Inoltre le terapie basate sulla deprivazione del sonno potrebbero risultare controproducenti se somministrate in presenza di determinate psicopatologie: ad esempio, nei casi di depressione con sintomi psicotici, la deprivazione del sonno può portare ad un aumento dei deliri. Allo stesso modo, nella depressione con sintomatologia maniacale la mancanza di sonno può favorire le manie. Altri effetti collaterali generalizzati sono legati ovviamente alla sonnolenza diurna e all’ansia.

Inoltre, se la deprivazione del sonno non è inserita in un piano generalizzato di trattamento (con eventuale supporto farmacologico, ma soprattutto psicoterapeutico) è molto alto il rischio di recidive a partire dalla ripresa regolare del ritmo sonno-veglia.

Di conseguenza, alla luce di queste evidenze, la deprivazione del sonno risulta essere una tecnica sì molto efficace, ma da utilizzare con accortezza e solo dopo un’attenta analisi clinica, all’interno di un piano di trattamento ben strutturato e multifattoriale.

 

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