
Perché si continua a credere che le donne non siano portate per le materie scientifiche?
Dopo la scelta dell’Università di Bari di ridurre le tasse per tutte le studentesse che si iscriveranno in una facoltà tecnica, è nato un enorme dibattito sull’etica di tale azione. Tra chi la giudica ancora più discriminante, tra chi invece plaude all’iniziativa, c’è anche chi non ha perso tempo a argomentare con fantasiose (quanto stupide) argomentazioni.


La scienza e la matematica sono cose da maschi
Il ruolo dello Stereotipo
La risposta a queste domande risiede nell’influenza che la cultura e la società hanno sulle nostre performance e sulla nostra vita. A livello educativo, in molti contesti di molti paesi, capita che si favorisca l’apprendimento logico-deduttivo nei maschi a discapito delle femmine (con una tendenza quindi a “trasmettere” la differenza di genere e l’approccio alle materie scientifiche anche ai propri figli).
Questo si traduce con un minor interesse da parte delle femmine alle materie logico deduttive.
In aggiunta a ciò, è importantissimo considerare il ruolo che questi stereotipi hanno e come influenzano le prestazioni. Basti pensare all’esperimento condotto nel 1999 da Spencer, Steele e Quinn.
Un gruppo di studenti universitari, composto da donne e uomini ugualmente bravi in matematica e che consideravano tale disciplina importante per la loro carriera, fu presentato un compito di matematica molto difficile.
L’esperimento differiva in una condizione: al gruppo sperimentale venne presentato il compito chiarendo che avrebbe permesso di rilevare differenze tra uomini e donne; al gruppo di controllo venne presentato il compito spiegando che veniva risolto in modo simile a prescindere dal genere.
I risultati mostrarono una buona prestazione del gruppo di controllo in entrambi i generi, invece nel gruppo sperimentale si registrarono voti più bassi per le donne. Ciò avvenne perché gli sperimentatori avevano attivato nelle donne lo stereotipo del loro gruppo di appartenenza e ciò finì per influenzare la loro prestazione.
Perché lo stereotipo influenza le prestazioni? Perché si viene a creare una sorta di “ansia anticipatoria” o “ansia da prestazione” legata alla paura di essere giudicati e criticati alla luce dello stereotipo.
Lo stesso identico effetto è stato notato con altri tipi di stereotipo, legati ad esempio al colore della pelle.
Stereotipo Inverso
Poiché i maschi sarebbero “freddi, calcolatori, logici” e le donne “emotive, accudenti, empatiche”, anche i maschi che non rispecchiano lo stereotipo vengono etichettati negativamente.
Posso confermare io stesso tale atteggiamento: la Psicologia è da sempre vista come disciplina puramente femminile. Lo stereotipo vuole le donne più empatiche, più brave a capire ed esprimere i sentimenti, più comprensive. Di conseguenza l’uomo psicologo si trova spesso in una posizione di svantaggio proprio a causa dello stereotipo che lo vuole non all’altezza della controparte femminile.
Lo stereotipo inverso è ancora più evidente nel campo dell’insegnamento (asili nido, scuole materne, scuole elementari), nel babysitting, in ostetricia, e così via. In questi contesti lo stereotipo è esacerbato da una visione dell’uomo estremamente sessualizzata: molte persone sono più sicure con una donna che con un uomo, poiché la figura maschile viene spesso associata allo stereotipo di stupratore, maniaco, molestatore.
Conclusioni
La società, la cultura e gli stereotipi influenzano il nostro modo di pensare, di leggere la realtà, il nostro modo di fare. Purtroppo, influenzano anche le nostre azioni e le nostre prestazioni, che tendono a vedersi confermate dai fatti.
Quindi è fondamentale non lasciarsi ingannare, puntare sempre alla parità di genere in ogni contesto ed in ogni ambito, favorendo sempre l’autoaffermazione e l’autodeterminazione. Se si fa questo, ci saranno più persone come Margaret Hamilton e Samantha Cristoforetti, meno come Pillon.